Se l’on. Meloni avesse scelto di appoggiare la designazione di Ursula von der Leyen alla testa della Commissione Europea, il governo italiano avrebbe certamente potuto negoziare il portafoglio che sarebbe stato assegnato al Commissario italiano. Avrebbe in particolare potuto chiedere che venisse confermata l’assegnazione di un portafoglio importante come quello gestito in questi anni da Paolo Gentiloni, o venisse attribuito all’Italia un portafoglio di peso equivalente.
Avendo scelto una strada diversa – quella di votare contro il pacchetto delle nomine europee e contro la designazione della von der Leyen – l’Italia non ha potuto negoziare. Deve accontentarsi di quello che ha ricevuto. Che è poco per quanto riguarda i compiti assegnati all’on. Fitto ma è il giusto per quanto riguarda l’attribuzione della vicepresidenza. Tuttavia, a differenza di ciò che si legge su qualche giornale, il risultato ottenuto – cioè una delle sei vicepresidenze, non è il frutto di una giusta scelta strategica dell’on. Meloni nel non votare la von der Leyen, bensì è una scelta della von der Leyen che, in tal modo, costituisce un solido credito verso l’Italia e verso il gruppo dei Conservatori. Nell’equilibrio del Parlamento, la Presidente ha allargato il proprio spazio e in un certo senso ha ridotto l’influenza dei tre partiti – Socialisti, Renew Europe e Verdi – che l’hanno votata insieme con i Popolari. La von der Leyen esce numericamente più forte dal negoziato sulla formazione della Commissione, anche se potrebbe rischiare una maggiore debolezza politica. Ma questo si vedrà.
L’Italia in sostanza è destinataria delle decisioni della von der Leyen, non protagonista. Ora toccherà a Fitto guadagnarsi uno spazio in seno alla Commissione, partendo da un portafoglio debole ma da un incarico di vicepresidente forte. E siccome Fitto è un uomo di notevole esperienza politica, probabilmente riuscirà a migliorare la condizione dell’Italia rispetto alla posizione attuale, che è molto insoddisfacente. Questo è quello che ci auguriamo nell’interesse del nostro Paese.
Circa il voto nelle audizioni che saranno condotte in seno alle Commissioni, il nostro suggerimento alle forze di opposizione e in particolare al PD dell’on. Schlein è quello di votare a favore della conferma dell’on. Fitto. Naturalmente, salvo il caso, improbabile, che questi faccia dichiarazioni inaccettabili di qualunque genere. L’Italia ha interesse a un Commissario forte e tutto ciò che può rafforzarlo è nell’interesse dell’Italia. Quindi un voto a favore. Non si tratta dell'approvazione di una strategia seguita dall’on. Meloni che, come si è detto, è stata sbagliata. È, invece, una giusta difesa dell’interesse nazionale.
18 settembre 2024
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