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Discorsi inappropriati

I toni del discorso della Presidente del Consiglio, ieri in chiusura della manifestazione del suo partito, sono stati decisamente sopra le righe: se ne sono accorti tutti i giornali, molti dei quali questa mattina lo attribuiscono all’avvicinarsi della campagna elettorale europea.  Non era certamente il discorso di un presidente del Consiglio per le cose di cui non ha parlato, a cominciare dal conflitto in Ucraina,  così come per quelle di cui non ci si aspetta che un capo del governo parli, per esempio dei guai degli influencer alla ribalta sui social.

Ma anche il tono della polemica con la sua principale rivale, la segretaria del Pd Elly Schlein, era imbarazzante. Se inviti a una tua festa di partito un tuo interlocutore politico che non accetta l’invito,  poi non puoi attaccarlo dicendo che è scappata, perché allora non si trattava di un invito, ma di un tranello.

In sostanza, nell’intervento di Giorgia Meloni mancava del tutto la gravitas che è richiesta a chi indossa una divisa istituzionale. La domanda che ci poniamo è questa: siamo di fronte a una scelta di comportamento della presidente del Consiglio? Se lo è, a noi sembra molto discutibile e per certi aspetti allarmante, come ha giustamente commentato  l’on. Schlein. La possibilità alternativa è che non si tratti di una scelta, ma semplicemente di una perdita di controllo, incoraggiata in questo caso dall’esaltazione di una platea che chiede e si aspetta di sentire quelle parole e quel linguaggio.

E, tuttavia, non è la prima volta che questo accade, perché abbiamo notato in diverse occasioni da parte dell’on Meloni reazioni e toni spropositati e soprattutto in contrasto con il suo ruolo istituzionale. Per esempio, dire a Renzi in Parlamento che di un certo problema avrebbe dovuto parlarne con il suo amico Presidente dell’Arabia Saudita, significa disconoscere il linguaggio dei rapporti internazionali e i doveri che un presidente del Consiglio ha quando parla - soprattutto in una sede istituzionale - di rappresentanti  di altri Paesi.

Qualche giorno fa abbiamo dovuto registrare un attacco violento della presidente Meloni al suo predecessore Mario Draghi, smentito mezz’ora dopo quando si è resa conto dell’improprietà di quelle affermazioni.  Anche in questa occasione ci siamo domandati: è stata una scelta sbagliata, subito dopo corretta? O, piuttosto, un cedimento a una pulsione momentanea? Nell'un caso sarebbe un comportamento che non si addice a chi ha nelle sue mani la guida di un Paese, ma nell'altro sarebbe una manifestazione di fragilità per certi versi ancora più preoccupante.  

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