C’è stato un momento, negli scorsi mesi, in cui avevamo avuto l’impressione che l’Italia fosse diventata un paese ‘normale’ dell’Occidente sotto il profilo della politica estera. Il governo e il principale partito di maggioranza da un lato e il principale partito di opposizione dall’altro condividevano largamente le posizioni di politica estera. Sull’Ucraina sostenevano pienamente il diritto dell’Ucraina di difendersi dall’aggressione militare russa e la partecipazione dell’Italia ai rifornimenti di armi per quel paese nella convinzione che solo la frustrazione degli obiettivi militari di Putin potesse dare luogo a un negoziato di pace. Analogamente i due partiti convenivano nel sostegno alle istituzioni di Bruxelles.
Ovviamente non tutto il sistema politico italiano condivideva queste posizioni: tanto a destra, soprattutto nella Lega, quanto a sinistra, soprattutto nelle posizioni del Movimento dei 5 stelle emergevano posizioni diverse orientate a un disimpegno dell’Italia dai suoi impegni internazionali ed europei, se non apertamente favorevoli alle iniziative della Russia di Putin. Ma questa è una normale dialettica democratica che non incideva sulle posizioni del Governo, anche perché esso poteva, come si è detto, contare sul sostegno dell’opposizione.
Ora le cose sono cambiate. Per i Fratelli d’Italia è cambiata tutta la posizione di politica estera. Vi è stato il voto contrario alla nomina di Ursula von der Leyen ed ora vi è stato il pieno consenso dell’on. Meloni alle riserve dell’on. Crosetto circa l’impiego delle armi italiane al di fuori del territorio dell’Ucraina, una posizione che allontana l’Italia dagli altri paesi della NATO e l’avvicina pericolosamente a quella di Viktor Orban.
Quanto al PD, per fortuna non sembra mutata la posizione filoeuropea, ma è cambiata di colpo la posizione sull’Ucraina quando l’on Schlein ha dichiarato che sull’uso limitato delle armi italiane il PD la pensa come il Governo.
Il Commento Politico aveva registrato nei giorni scorsi le dichiarazioni del generale Vannacci contro il sostegno all’Ucraina ed una intervista dell’on. Bettini al Fatto nella quale questi aveva parlato della necessità “di rompere con un atlantismo durato troppo, riconquistando autonomia nell’arena globale”. Non pensavamo che si trattasse di prese di posizione così efficaci. Ma di colpo queste posizioni che apparivano, fino all’altro ieri, espressione di una dialettica che non influiva sugli orientamenti del governo, divengono le posizioni dell’Italia tutta. Un’Italia che veramente sembra avere deciso di staccarsi dalle Alpi e scivolare nel Mediterraneo.
Ne prendiamo atto, ma poi non ci si lamenti se, anteponendo il voto in Liguria o in Umbria alle scelte di politica estera, risulta difficile ottenere adeguati riconoscimenti in sede europea o se in sede NATO l’Italia si vede ‘scavalcata’ da altri paesi.
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