Abbiamo apprezzato molto il discorso di fine d'anno del Presidente della Repubblica. In particolare siamo stati rassicurati dalle parole appropriate di Mattarella laddove ha ricordato che, se è possibile e legittimo per una maggioranza parlamentare proporsi la modifica del sistema politico italiano delineato nella Carta costituzionale, è indispensabile che queste modifiche non alterino gli equilibri di fondo fra le diverse parti del sistema.
A noi è parsa una presa di posizione importante dopo avere ascoltato la conferenza stampa della Presidente del Consiglio del 30 dicembre nella quale l'on. Meloni ha manifestato il proposito di varare nei prossimi mesi (con un disegno di legge governativo?) un progetto di riforma costituzionale senza dire con chiarezza quale sistema abbia in mente la destra italiana, quali parti della Costituzione essa intenda preservare e quali modificare e come, se intenda o meno toccare anche la prima parte della Carta Costituzionale.
Mattarella, fra le altre importanti dichiarazioni, ha affermato anche che è un fatto positivo che sia stato chiamato ad assumere dirette responsabilità di governo un partito che finora aveva beneficiato dei consensi che è ovviamente più facile raccogliere stando all’opposizione durante periodi difficili della vita economica e sociale. In questo senso la svolta politica prodottasi dopo le elezioni di settembre può avere un effetto benefico perché costringe a un bagno di realtà tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che si muovono sulla scena del paese.
I prossimi mesi consentiranno di giudicare la capacità di governo della premier Meloni e della sua coalizione. Per ora, la prova della legge di bilancio è troppo poco significativa essendo stata per così dire nei binari segnati dall’emergenza dell’inflazione: la situazione economica, la capacità di concretizzare il PNRR, il dialogo con l’Europa sulla riforma del Patto di stabilità saranno il vero test per il governo. Il test con il quale l’opinione pubblica potrà giudicare la destra al governo.
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