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Il Lazio al via con le vaccinazioni, perché la Lombardia no?

Ieri Il Corriere della Sera titolava “Il sito del Lazio va in tilt, in molte regioni la data slitta”. Così Il Sole 24 ore e il Messaggero e altri quotidiani, mentre sui social molti cittadini ancora protestavano. Le prenotazioni per il vaccino degli over-80 sono infatti iniziate nel Lazio l'1 febbraio con uno stallo del sito della Regione, oberato dalle molte richieste ricevute già dalle prime ore dell’alba.

I problemi sono stati poi sostanzialmente superati e nel corso delle 24 ore successive il portale del Lazio ha registrato più di 90.000 prenotazioni.

Si comprende il disagio dei molti costretti a lunghe file, virtuali, in attesa del collegamento con il sistema informatico. Stupisce, però, che sia stata rivolta tanta attenzione all’incidente tecnico e non alle importanti notizie che il Lazio ha, di fatto, dato il via alle vaccinazioni per gli ultraottantenni (molti di loro avranno ricevuto la seconda dose mentre la Lombardia avrà appena cominciato con le prime somministrazioni. E questo solo perché nella serata di ieri Bertolaso ha prontamente corretto il piano Lombardo, anticipando la partenza da fine marzo a fine febbraio) e che il Lazio ha organizzato con chiarezza questa prima fase della campagna (vedremo poi se altrettanto scorrevole sarà l’esecuzione), mentre in Piemonte, in Toscana o in Emilia Romagna non è stata resa nota nemmeno una data ipotetica di inizio.

La funzione “investigativa” dei giornali dovrebbe rivolgersi con severità verso le grandi lacune, le disfunzioni e le distorsioni della pubblica amministrazione e, viceversa, con approvazione laddove si registrino significativi passi avanti. Quindi, nel caso in questione, bisognerebbe sottolineare che, pur con le difficoltà iniziali, il Lazio e pure la Campania sono partiti con le vaccinazioni mentre le regioni considerate il fiore all’occhiello dell’Italia, prime fra tutte la Lombardia, sono al palo e non sappiamo neanche perché.

I vaccini vengono distribuiti in tutte le regioni in base al numero degli abitanti e con un calendario condiviso. Se alcune Regioni sono riuscite a pianificare il calendario delle prenotazioni e delle somministrazioni, perché altre dichiarano di non poterlo fare senza neanche una spiegazione? E, inoltre, perché ieri i giornali non lo hanno fatto notare?


Andrea La Malfa

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