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La vittoria di Schlein e le prospettive dell’Italia

Noi comprendiamo e in larga misura condividiamo le ragioni che hanno spinto gli iscritti e soprattutto i simpatizzanti del PD a scegliere Elly Schlein come propria guida. Il Partito Democratico aveva bisogno di idee nuove dopo un progressivo appannamento della propria identità attraverso fasi politiche che lo avevano visto al governo non come portato di un risultato elettorale, ma come una sequenza di stati di necessità. Gli elettori delle primarie hanno ritenuto necessario puntare su una persona nuova per poter riconquistare il vasto elettorato che in questi anni ha abbandonato il PD e poter nuovamente contendere alla destra la vittoria elettorale.

Del resto, qualcosa di analogo era avvenuto a destra con Giorgia Meloni. La destra si è infatti imposta nelle ultime elezioni non solo perché aveva davanti una la sinistra fragile e divisa, ma perché è riuscita a varare un programma comune nonostante le profonde differenze al proprio interno e perché ha potuto proporre agli elettori una leadership nuova e diversa dal passato, sulla quale l’elettorato attratto dal voto di destra e conservatore ha potuto convergere.

Può aprirsi quindi nel Paese una sfida in grado di dare nuova linfa al dibattito politico. Naturalmente, la Schlein dovrà definire rapidamente e bene le proprie posizioni ed il primo banco di prova è l’Ucraina, perché su questo tema il Parlamento è chiamato a votare scelte concrete. La posizione che la nuova segretaria del Pd ha tenuto finora ci appare condivisibile. Il pieno sostegno politico e militare all’Ucraina non esclude, anzi postula, che vi sia una iniziativa politica per trovare una soluzione diplomatica al conflitto. Questa è del resto anche la posizione del Presidente francese Macron.

Elly Schlein ha finora largamente evitato di prendere posizione sui temi economici, salvo la questione del salario minimo e la lotta alle diseguaglianze. Vedremo come si comporterà.

È evidente che per lei il problema maggiore sarà quello di costruire uno schieramento alternativo alla destra. Riallargare a proprio favore la forbice dei consensi verso il Movimento 5 Stelle non sarà facile. Costruire le condizioni per una stabile alleanza con un Terzo polo sarà altrettanto complicato, perché Renzi e Calenda non sembrano aver fatto tesoro del loro deludente risultato in Lombardia e nel Lazio ed insistono in un progetto di Terzo polo che dovrebbe nelle loro illusioni battere insieme destra e sinistra.

Come abbiamo detto, potrebbero esserci le condizioni per creare un quadro politico nuovo. Del resto, anche a destra ci sono divisioni che non sappiamo se siano destinate ad attenuarsi o ad aggravarsi.

Noi riteniamo che per dare al Paese una prospettiva politica più stabile, sia necessario rompere le contraddizioni esistenti in tutti e tre i campi. Per arrivare a questo risultato non servono acrobatiche proposte di presidenzialismo, destinate solo a nascondere la polvere sotto il tappeto. È necessario tornare a una sana legge proporzionale che aiuti a sciogliere i nodi in cui sono avviluppate le attuali precarie alleanze e favorisca la nascita di un equilibrio politico più ragionevole.

In questa situazione che ha in sé delle potenzialità positive, ci vorrebbe un partito come fu in passato il PRI. Ci piacerebbe che ci fosse qualcuno che si accingesse a ricostruirlo.

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