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Unità nazionale nell'irresponsabilità

Ha detto bene con amaro sarcasmo il Commissario Gentiloni che il voto contrario al nuovo Patto di stabilità ha riunito tutte le forze politiche italiane.  È infatti l’intera classe politica italiana con la sola eccezione dei deputati europei di cui vogliamo citare esplicitamente il nome – Comi, Dorfman, Zullo e Gozi (eletto nelle liste francesi) – a uscire totalmente screditata dal voto di ieri nel Parlamento Europeo sulla riforma proposta dalla Commissione e approvata dal Consiglio Europeo.

Ancora più penosa – e rivelatrice – è la giustificazione che presto ci saranno le elezioni europee, come se questo non valesse per tutta l’Europa o come se fosse lecito comportarsi da irresponsabili pur di raccattare qualche voto. Difficile, anzi inutile, stilare una graduatoria d’irresponsabilità.

Il partito della presidente del Consiglio vota contro una misura approvata dalla presidente del Consiglio; la Lega vota contro un testo alla cui elaborazione ha concorso il ministro Giorgetti; il PD che ha avuto in questi anni un solo vero tema valoriale unificante, ed è l’europeismo, vota contro l’Europa e contro Gentiloni; i cosiddetti centristi che sbandierano l’Europa come tema identitario scompaiono nell’astensione.

Ma se il problema fosse il prestigio delle forze politiche italiane, sarebbe affar loro che lo perdessero. Il problema sono invece le conseguenze di questa globale dimostrazione di irresponsabilità. Un Paese con il debito pubblico dell’Italia può salvarsi solo se almeno ha un governo serio. Lo si è visto a suo tempo con Mario Monti e più di recente con Mario Draghi. A pagare le conseguenze rischia di essere il popolo italiano.


24 aprile 2024


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