Lo scorso mese di giugno, il Centro Studi della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle Pmi (CNA) ha pubblicato alcuni dati sull’industria manifatturiera italiana, affermando che l’impatto della crisi in Italia è stato più devastante rispetto a quanto avvenuto negli altri omologhi Paesi Ue.
Presidente Nazionale della CNA è dal 2013 Daniele Vaccarino, imprenditore piemontese della metalmeccanica. Nelle scorse settimane Vaccarino ha partecipato al Ministero degli Esteri alla formulazione del Patto per l’Export e qualche giorno dopo, a Villa Pamphili, agli Stati Generali organizzati dal governo. Il Commento Politico gli ha rivolto alcune domande:
I dati rilevati dal Centro Studi CNA fotografano una situazione assolutamente incomparabile con altre situazioni di crisi in tempo di pace. Quale impatto ha avuto il lockdown sul sistema dell’artigianato e delle Pmi e quali comparti ha maggiormente colpito?
“La crisi generata dal Covid-19 è sicuramente un evento eccezionale ed ha evidenziato alcune delle criticità storiche del sistema Italia. Questa crisi ha amplificato gli effetti negativi di norme complesse e di una burocrazia pesante e miope. Per questi motivi le piccole e medie imprese sono quelle che stanno subendo maggiormente gli effetti di questa crisi senza precedenti. A partire dal settore del turismo che da solo rappresenta quasi il 12% del Pil nazionale e che già a febbraio, prima del lockdown, aveva subito una forte contrazione. Le prospettive per il futuro sono comunque difficili e poco incoraggianti: tutti i settori sono in grande difficoltà e in particolare le prospettive per l’autunno sono molto preoccupanti”.
Nei primi giorni di giugno lei ha partecipato alla formulazione del Patto per l’Export organizzato dal Ministero degli Esteri, a conclusione del quale sono stati messi a disposizione poco meno di 1,5 miliardi per l’internazionalizzazione delle imprese e la partecipazione ad iniziative per favorire l’export italiano. Ha ritenuto adeguate le proposte del governo in materia e quali proposte ha avanzato la CNA?
“Alle imprese servono interventi immediati, ma anche una visione lungimirante sul futuro dell’economia italiana, in particolare per quanto riguarda l’internazionalizzazione delle imprese. Condividiamo l’impostazione del ministro Di Maio e apprezziamo, in particolare, il rafforzamento della partecipazione delle Pmi alle fiere internazionali. Va bene utilizzare i grandi canali di distribuzione per favorire le vendite. Siamo d’accordo ad alleggerire il peso burocratico sui vari interventi previsti, ma chiediamo libertà di trasporti, senza barriere né confini.
Più a lungo termine va potenziato lo strumento dei voucher per temporary export manager, favorendo tanto le imprese che fanno fatica ad affacciarsi sui mercati esteri quanto le imprese già internazionalizzate che cercano nuovi sbocchi. Servono sostegni alla formazione, per noi fondamentale, e condividiamo l’idea di far ripartire le piattaforme di e-commerce come vetrina del Made in Italy attraverso un grande piano di comunicazione che rilanci la nostra immagine nel mondo anche come importantissima meta turistica”.
Qualche giorno dopo lei ha partecipato agli Stati Generali organizzati dal Presidente Conte a Villa Pamphili. La CNA ha ritenuto questa iniziativa adeguata ad affrontare la crisi in atto e, comunque, ritiene di dover evidenziare un differenziale fra le aspettative suscitate in quella sede e quanto, allo stato, sembra essere il riscontro avuto?
“Gli Stati Generali sono stati un’occasione irripetibile per poter trasformare, insieme a tutti gli stakeholders, l’economia italiana e l’organizzazione complessiva dello Stato, in un momento storico senza precedenti per il nostro Paese.
C’è grande aspettativa sul decreto semplificazioni: a nostro avviso è uno degli interventi più importanti, perché la burocrazia rappresenta per le nostre imprese il freno più grande. Mi aspetto che alcuni ritardi, che purtroppo ancora ci sono nell’erogazione della cassa integrazione, vengano superati al più presto. Mi aspetto che nel più breve tempo possibile venga affrontato uno dei temi più complessi che affligge il sistema italiano, ovvero il fisco: è necessaria una graduale riduzione della tassazione complessiva che deve essere affiancata ad un’attenta lotta all’evasione fiscale e all’abusivismo. Mi aspetto quindi concretezza. Non vorrei che l’autunno sia concentrato su tematiche legate solamente alla tenuta del governo. Questo Paese ha bisogno di una grande coesione sociale, le forze politiche devono quindi spogliarsi di tanti sedimenti che del passato e pensare a come affrontare insieme la drammatica situazione che sta vivendo il nostro Paese”.
Le proposte avanzate dalla CNA agli Stati Generali, in sintesi, riguardano il piano di investimenti per utilizzare al meglio le risorse Ue, modernizzando il Paese e favorendo la green economy ed avviando un grande cantiere di riforme sulla base delle parole d’ordine “semplifica, sblocca, snellisci” con l’adozione di strumenti dedicati per l’artigianato e le Pmi, a cominciare dal credito. Quale riscontro ha colto da parte del governo alle proposte della CNA?
“C’è stata disponibilità e attenzione da parte del premier Conte e dei ministri presenti verso le nostre proposte. La crisi provocata dalla pandemia ha evidenziato il ruolo insostituibile degli artigiani e del sistema delle piccole imprese nel campo della produzione, del Made in Italy e come presidio di interi settori economici quali il turismo, i servizi alla persona e la stessa mobilità. Per tornare a crescere bisogna sostenere le imprese, ovvero chi produce e chi offre posti di lavoro. È necessaria una efficace terapia per rimuovere tutti gli ostacoli che bloccano lo sviluppo. L’architettura normativa e burocratica deve smettere di rappresentare un ostacolo all’attività delle imprese. Ma per artigiani e piccole imprese la carenza di credito rimane uno dei limiti più grandi al loro sviluppo. E su questo il governo ci ha ascoltati approvando un emendamento al “DL rilancio” che amplia il perimetro di attività dei Confidi. Tuttavia ci preoccupa molto la lentezza con cui i provvedimenti diventano operativi e talvolta la mancanza di concretezza.
Molto importante è anche la gestione delle leggi una volta varate. Nell’incontro con il premier abbiamo proposto di istituire presso ogni ministero un Consiglio per l’attuazione delle norme composto da esperti e rappresentanti delle categorie produttive, per una puntuale funzione diagnostico-conoscitiva dei decreti in fase di emanazione. In buona sostanza, bisogna controllare se una legge funziona e se occorre correggere il tiro. Ma non basta. La ripresa passa per gli investimenti, soprattutto pubblici. Si parta dalle opere già cantierabili e si acceleri l’iter delle grandi infrastrutture adottando il modello già utilizzato per il ponte di Genova. Usiamo metodi che hanno già funzionato. Inoltre, è fondamentale un piano straordinario di manutenzione del patrimonio pubblico.
Bisogna infine far crescere i consumi, sostenere le Pmi nell’export e nell’internalizzazione, favorire la formazione, aiutare i passaggi generazionali, i giovani, ridurre il cuneo fiscale, combattere la malavita e l’usura. Insomma, ripensare anche al modello economico italiano, favorendo la cultura, la bellezza del nostro Paese con il Made in Italy e il vivere bene italiano. Puntiamo su quello che sappiamo fare”.
Uno dei nodi ancora non sciolti da parte del governo riguarda la sede e le procedure attraverso le quali esaminare e decidere gli interventi conseguenti alla messa a disposizione dei fondi MES, Recovery Fund, BEI e SURE. In breve: una sola “autorità” centrale o la frammentazione in più centri di spesa nazionali e/o anche regionali. Qual è al riguardo l’opinione CNA?
“Ribadiamo la necessità di un utilizzo efficiente di tutte le risorse comunitarie per rimettere il Paese sul sentiero della crescita. Garantire liquidità è la priorità nella fase di emergenza. Il Covid-19 ha imposto una svolta importante: finalmente la politica monetaria e quella fiscale in Europa hanno intrapreso la stessa direzione e riversano particolare attenzione al sostegno delle Pmi, riconosciute tassello fondamentale del sistema economico europeo. L’insieme degli strumenti europei può attivare per il nostro Paese risorse intorno ai 500 miliardi di euro, di cui circa 200 per l’acquisto di titoli di Stato e circa 170 dal Recovery Fund. Rapidamente dobbiamo definire progetti e programmi per investire, potenziando la capacità di spesa che è un altro elemento critico”.
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IL PIANETA CNA La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle Pmi (CNA) è la più autorevole ed importante associazione di rappresentanza del settore ed anche la più presente sull’intero territorio nazionale con 622.000 associati, oltre 1.100 uffici e sedi, 7500 collaboratori in 96 CNA provinciali e 19 CNA regionali e, dal 1984, una sede a Bruxelles presso l’Ue. Attraverso il proprio Patronato è anche presente in Germania, Belgio, Svizzera, USA, Canada, Brasile, Argentina ed Australia. CNA rappresenta e tutela gli interessi delle micro, piccole e medie imprese operanti nei settori manifattura, costruzioni, servizi, trasporto, commercio e turismo e relative forme associate con particolare riferimento al settore dell’artigianato, del lavoro autonomo, dei professionisti e dei pensionati, attraverso 10 Unioni Nazionali in rappresentanza di 45 mestieri e cinque Raggruppamenti di interesse.
La CNA ha svolto un ruolo fondamentale nell’emancipare storicamente l’artigianato dalla romantica visione della “bottega” a quella di vera e propria “impresa” con l’ottenimento della Legge Quadro n. 443/1985. Mentre già dagli anni Settanta erogava servizi reali alle imprese associate e negli anni Ottanta favoriva un diverso rapporto fisco-imprese con gli allora Studi di settore, oggi eroga servizi ai propri associati attraverso 30 CAF provinciali e 70 società di servizi.
La CNA è, inoltre, socio fondatore di: Fondartigianato (Fondo interprofessionale per la formazione continua), SANARTI (Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa Lavoratori Artigianato), EBNA (Ente bilaterale nazionale dell’artigianato), FSBA (Fondo di solidarietà bilaterale per l’Artigianato), Artifond (Fondo pensione complementare dedicato ai dipendenti del settore artigiano), Prevedi (Fondo Pensione Complementare per i Lavoratori delle Imprese Industriali ed Artigiane Edili ed Affini).
Nel credito, uno dei fattori vitali per il sistema dell’Artigianato e delle Pmi, da oltre 50 anni la CNA è protagonista dello sviluppo dei Consorzi e delle Cooperative di garanzia Fidi, risultando parte istitutiva di Fedart, la struttura nazionale di coordinamento a cui aderiscono 228 Confidi dell’Artigianato e della piccola impresa. Le imprese associate ai Confidi sono oltre 715.000, mentre a livello nazionale la CNA rappresenta l’artigianato in numerosi enti, organismi e istituti, tra cui: CNEL, ICE, INAIL, INPS, Artigiancassa, Albo Nazionale Costruttori, Albo Autotrasportatori, oltre ad essere interlocutore imprescindibile dei decisori istituzionali per le materie di competenza. ------------------------------------------------------------
Maurizio Troiani
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